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Cinque furono le chiese innalzate nell’arco di due secoli (XVII- XVIII). Tutta la comunità era coinvolta nell’edificazione dei luoghi di culto: la grande chiesa parrocchiale del XVIII sec. fu infatti eretta grazie alle offerte dei fedeli e anche all’apporto di consistenti contributi economici delle varie confraternite che reggevano i rispettivi oratori. Nell'800 si contavano ben 12 preti, 12 chiese, 7 oratori e quasi altrettante confraternite!\\\

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Cinque furono le chiese innalzate nell’arco di due secoli (XVII- XVIII). Tutta la comunità era coinvolta nell’edificazione dei luoghi di culto: la grande chiesa parrocchiale del XVIII sec. fu infatti eretta grazie alle offerte dei fedeli e anche all’apporto di consistenti contributi economici delle varie confraternite che reggevano i rispettivi oratori. Nell'800 si contavano ben 12 preti per 12 chiese, 7 oratori e quasi altrettante confraternite!\\\

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Cinque furono le chiese innalzate nell’arco di due secoli (XVII- XVIII). Tutta la comunità era coinvolta nell’edificazione dei luoghi di culto: la grande chiesa parrocchiale del XVIII sec. fu infatti eretta grazie alle offerte dei fedeli e anche all’apporto di consistenti contributi economici delle varie confraternite che reggevano i rispettivi oratori. Nell'800 si contavano ben 12 preti, 7 oratori e quasi altrettante confraternite!\\\

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Cinque furono le chiese innalzate nell’arco di due secoli (XVII- XVIII). Tutta la comunità era coinvolta nell’edificazione dei luoghi di culto: la grande chiesa parrocchiale del XVIII sec. fu infatti eretta grazie alle offerte dei fedeli e anche all’apporto di consistenti contributi economici delle varie confraternite che reggevano i rispettivi oratori. Nell'800 si contavano ben 12 preti, 12 chiese, 7 oratori e quasi altrettante confraternite!\\\

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L'atmosfera di Montodine in un giorno di pioggia.

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L'atmosfera di Montodine in un giorno di pioggia. (cioè quando non c'è nebbia...praticamente tutto l'inverno! :D - NdP)

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  • La sagra del paese cade il 22 luglio, giorno dedicato a Santa Maria Maddalena patrona di Montodine. Pare che in questo giorno la Maddalena reclami a sè le anime e se si fa il bagno nel serio si rischia di annegare. Alcuni più puntigliosi dicono che non si dovrebbe proprio fare il bagno ma la doccia!
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  • La sagra del paese cade il 22 luglio, giorno dedicato a Santa Maria Maddalena patrona di Montodine. Pare che in questo giorno la Maddalena reclami a sè le anime e se si fa il bagno nel Serio si rischia di annegare. Alcuni più puntigliosi dicono che non si dovrebbe proprio fare il bagno ma la doccia!
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L'oratorio è ricco di stucchi policromi di pregevole fattura,con due statue del cinquecento ed una stupenda pala d'altare dipinta da G.B.Bottichio che raffigurava la Madonna ed il santo titolare, nonché due statue lignee cinquecentesche. All'interno sono deposte le reliquie dei santi Illuminato e Costanza e dei santi Innocenzo e Venturina con tanto di sigillo di approvazione papale di autenticità.
Le statue rappresentano il Cristo Risorto con la bandiera della vittoria e San Zeno in abito pontificale col pesce attaccato al Pastorale. Di pregevole fattura è anche il campanile orientaleggiante.\\\

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L'oratorio è ricco di stucchi policromi di pregevole fattura,con due statue del cinquecento ed una stupenda pala d'altare dipinta da G.B.Bottichio che raffigurava la Madonna ed il santo titolare, nonché due statue lignee cinquecentesche.Le statue rappresentano il Cristo Risorto con la bandiera della vittoria e San Zeno in abito pontificale col pesce attaccato al Pastorale. Di pregevole fattura è anche il campanile orientaleggiante.
All'interno sono deposte le reliquie dei santi Illuminato e Costanza e dei santi Innocenzo e Venturina con tanto di sigillo di approvazione papale di autenticità.\\\

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E' di quest'epoca probabilmente il forte (poi demolito e diventato cascina) che dominava dall'alto con la sua torre di vedetta la via che portava a Crema e dà ancora il nome a una via di Montodine, Vicolo del Forte.

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E' di quest'epoca probabilmente il forte (poi demolito e diventato cascina) che dominava dall'alto con la sua torre di vedetta la via che portava a Crema e dà ancora il nome a una via di Montodine, Vicolo del Forte.\\

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Qui vi si insediò la Confraternita del Sacramento.\\

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Sorge fuori paese, sulla via che porta al cimitero. E' una costruzione unica nel suo genere nel territorio, infatti presenta una interessante costruzione a pianta ottagonale e cupola interna illuminata da un lanternino: è un esatto modello degli antichi battisteri, anche se eretta negli anni 1630-1647, come ex-voto per la peste del 1630. In suo onore si svolge la festa di San Rocco il 16 agosto cuocendo pani insipidi da benedire durante la cerimonia. L'ottagono ha una valenza simbolica precisa: rappresenta il giorno senza tramonto del Risorto, evoca l'ottavo giorno fuori della settimana; con il battesimo si passa dalla morte del peccato ad una nuova vita in Cristo: all'ottavo giorno dell'eternità.
Nella chiesa erano contenuti alcuni quadri uno dei quali (oggi conservato a Palazzo Benvebuti) raffigura il Santo Protettore,accompagnato dal suo fedelissimo cagnolino , mentre visita il Lazzaretto, per confortare gli appestati.

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Sorge fuori paese, sulla via che porta al cimitero. E' una costruzione unica nel suo genere nel territorio, infatti presenta una interessante costruzione a pianta ottagonale e cupola interna illuminata da un lanternino: è un esatto modello degli antichi battisteri, anche se eretta negli anni 1630-1647, come ex-voto per la peste del 1630. Montodine si dice infatti sia stato il primo paese del cremasco influenzato dall'epidemia di peste, portata forse dal barbiere del paese che si era recato in visita ai suoi famigliari di Codogno(?). In suo onore si svolge la festa di San Rocco il 16 agosto cuocendo pani insipidi da benedire durante la cerimonia. L'ottagono ha una valenza simbolica precisa: rappresenta il giorno senza tramonto del Risorto, evoca l'ottavo giorno fuori della settimana; con il battesimo si passa dalla morte del peccato ad una nuova vita in Cristo: all'ottavo giorno dell'eternità.
Nella chiesa erano contenuti alcuni quadri uno dei quali (oggi conservato a Palazzo Benvenuti) raffigura il Santo Protettore,accompagnato dal suo fedelissimo cagnolino , mentre visita il Lazzaretto, per confortare gli appestati.
San Rocco fu demolito alla fine del 500, poi venne ricostruito e nel 1618 si insediò la confraternita di San Rocco che avevano un saio verde e celebravano i morti il giorno di San Martino. Ma la chiesa sorge su una collina franabile e umida (gli affreschi infatti non si sono conservati) e i confratelli volevano tornare alla chiesina del Rosario oltre il ponte dove però era sorta l'omonima confraternita: per alcuni anni la disputa è continuata finchè la confraternita di San Rocco è stata sciolta.

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Sorge vicino alla chiesa di San Rocco. Attualmente (2009) è in restauro.
San Zenone era l'oratorio sede della Confraternità della Buona Morte (conclusasi negli anni 60 circa per mancanza di adepti), fu costruito nel 1610 sulle fondamenta di un altro più antico, prima ancora che il paese prendesse consistenza di borgata.

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Sorge vicino alla chiesa di San Rocco. Nell'estate 2009 è stata aperta di nuovo al pubblico e si dice vi si terranno conferenze.
San Zenone era l'oratorio sede della Confraternita della Morte del santo apostolo Giacomo Maggiore (conclusasi negli anni 60 circa per mancanza di adepti). Vestivano un saio nero e il loro scopo era dare morte cristiana ai cadaveri privati di ogni pietà (solitamente pazzi o criminali). Si riunivano certi giorni dell'anno per avere i sacramenti e 8 giorni prima della festa di San Giacomo sceglievano un priore, un sottopriore, 4 consiglieri, un precettore e davano il benveuto ai neofiti.
Dai documenti si è scoperto che era aggregata all'Arci Confraternita Romana; grazie a questa "parentela" furono la prima confraternita ad avere uno statuto vero e proprio (tutt'ora leggibile) al quale poi si sono susseguite le altre su suggerimento del vescovo dell'epoca.
L'oratorio fu costruito nel 1610 sulle fondamenta di un altro più antico (Santo Stefano di cui si possono vedere in certi punti ancora la struttura), prima ancora che il paese prendesse consistenza di borgata.

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All'interno sono deposte le reliquie dei santi Illuminato e Costanza e dei santi Innocenzo e Venturina con tanto di sigillo di approvazione papale di autenticità.\\

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L' oratorio venne costruito agli inizi del Seicento dalla Confraternita del Rosario di questo periodo è rimasta la teletta votiva del confratello Giovan Maria Longari, opera di Giovan Angelo Ferrario, oggi conservata nella casa parrocchiale.\\

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L' oratorio venne costruito agli inizi del Seicento dalla Confraternita del Rosario di questo periodo è rimasta la teletta votiva del confratello Giovan Maria Longari, opera di Giovan Angelo Ferrario, oggi conservata nella casa parrocchiale.\\

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Galleria

L'atmosfera di Montodine in un giorno di pioggia.

(:galleroia montodine:)

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E' di quest'epoca probabilmente il forte (poi demolito e diventato cascina) che dominava dall'alto con la sua torre di vedetta la via che portava a Crema e dà ancora il nome a una via di Montodine, Vicolo del Forte.\\

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E' di quest'epoca probabilmente il forte (poi demolito e diventato cascina) che dominava dall'alto con la sua torre di vedetta la via che portava a Crema e dà ancora il nome a una via di Montodine, Vicolo del Forte.

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  • Montodine è divisa in fazioni (come le contrade del palio di Siena): Cheì da là da Sère (o dal Punt o da le Guardade), Cheì da chè dal Sère (i VERI montodinesi DOC :)), Cheì da Reguna, Cheì da le Casine. Un tempo si sfidavano nella gara della cuccagna il giorno della sagra.
to:
  • Montodine è divisa in fazioni (come le contrade del palio di Siena): Cheì da là da Sère (o dal Punt o da le Guardade), Cheì da chè dal Sère (i VERI montodinesi DOC :)), Cheì da Reguna, Cheì da le Casine. Un tempo si sfidavano nella gara della cuccagna il giorno della sagra.
August 28, 2009, at 10:07 AM by Dario - Corretto "la vita" con "la via"
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Cinque furono le chiese innalzate nell’arco di due secoli (XVII- XVIII). Tutta la comunità era coinvolta nell’edificazione dei luoghi di culto: la grande chiesa parrocchiale del XVIII sec. fu infatti eretta grazie alle offerte dei fedeli e anche all’apporto di consistenti contributi economici delle varie confraternite che reggevano i rispettivi oratori. Nell'800 si contavano ben 12 preti, 7 oratori e quasi altrettante confraternite!

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Cinque furono le chiese innalzate nell’arco di due secoli (XVII- XVIII). Tutta la comunità era coinvolta nell’edificazione dei luoghi di culto: la grande chiesa parrocchiale del XVIII sec. fu infatti eretta grazie alle offerte dei fedeli e anche all’apporto di consistenti contributi economici delle varie confraternite che reggevano i rispettivi oratori. Nell'800 si contavano ben 12 preti, 7 oratori e quasi altrettante confraternite!

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La vita incriminata
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La via incriminata
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  • Montodine è divisa in fazioni (come le contrade del palio di Siena): Cheì da là da Sère (o dal Punt o da le Guardade), Cheì da chè dal Sère (i VERI montodinesi DOC :)), Cheì da Reguna, Cheì da le Casine. Un tempo si sfidavano nella gara della cuccagna il giorno della sagra.
  • Si narra che all'interno del palazzo ci sia un passaggio segreto che porta direttamente al fiume Serio utilizzato dai partigiani per non farsi scoprire durante la seconda guerra mondiale. La leggenda dice inoltre che questo tunnel fosse usato da uno dei conti, soprannominato Ugialina chiuso in casa perchè considerato pazzo e lo utilizzasse per adescare fanciulle che lavavano i panni in riva al fiume.
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  • Si narra che all'interno del palazzo ci sia un passaggio segreto che porta direttamente al fiume Serio utilizzato dai partigiani per non farsi scoprire durante la seconda guerra mondiale. La leggenda dice inoltre che questo tunnel fosse usato da uno dei conti, soprannominato Ugialina chiuso in casa perchè considerato pazzo e lo utilizzasse per adescare fanciulle che lavavano i panni in riva al fiume.
  • Montodine è divisa in fazioni (come le contrade del palio di Siena): Cheì da là da Sère (o dal Punt o da le Guardade), Cheì da chè dal Sère (i VERI montodinesi DOC :)), Cheì da Reguna, Cheì da le Casine. Un tempo si sfidavano nella gara della cuccagna il giorno della sagra.
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  • Montodine è divisa in fazioni (come le contrade del palio di Siena): Cheì da là da Sère (o dal Punt o da le Guardade), Cheì da chè dal Sère (i VERI montodinesi DOC :)), Cheì da Reguna, Cheì da le Casine. Un tempo si sfidavano nella gara della cuccagna il giorno della sagra.
  • Si narra che all'interno del palazzo ci sia un passaggio segreto che porta direttamente al fiume Serio utilizzato dai partigiani per non farsi scoprire durante la seconda guerra mondiale. La leggenda dice inoltre che questo tunnel fosse usato da uno dei conti, soprannominato Ugialina chiuso in casa perchè considerato pazzo e lo utilizzasse per adescare fanciulle che lavavano i panni in riva al fiume.
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  • Si narra che all'interno del palazzo ci sia un passaggio segreto che porta direttamente al fiume Serio utilizzato dai partigiani per non farsi scoprire durante la seconda guerra mondiale. La leggenda dice inoltre che questo tunnel fosse usato da uno dei conti, soprannominato Ugialina chiuso in casa perchè considerato pazzo e lo utilizzasse per adescare fanciulle che lavavano i panni in riva al fiume.
  • Montodine è divisa in fazioni (come le contrade del palio di Siena): Cheì da là da Sère (o dal Punt o da le Guardade), Cheì da chè dal Sère (i VERI montodinesi DOC :)), Cheì da Reguna, Cheì da le Casine. Un tempo si sfidavano nella gara della cuccagna il giorno della sagra.
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La vita incriminata
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La vita incriminata
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Daino
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Un daino!
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Daino
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Daino
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La vita incriminata
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La vita incriminata
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La vita incriminata
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La vita incriminata
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Daino
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Daino
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  • Si narra che all'interno del palazzo ci sia un passaggio segreto che porta direttamente al fiume Serio utilizzato dai partigiani per non farsi scoprire durante la seconda guerra mondiale. La leggenda dice inoltre che questo tunnel fosse usato da uno dei conti, soprannominato Ugialina chiuso in casa perchè considerato pazzo e lo utilizzasse per adescare fanciulle che lavavano i panni in riva al fiume
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  • In fondo a questa via una volta c'era una balera e si giocava d'azzardo.
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  • In fondo a questa via una volta c'era una balera e si giocava d'azzardo.
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  • Si narra che all'interno del palazzo ci sia un passaggio segreto che porta direttamente al fiume Serio utilizzato dai partigiani per non farsi scoprire durante la seconda guerra mondiale. La leggenda dice inoltre che questo tunnel fosse usato da uno dei conti, soprannominato Ugialina chiuso in casa perchè considerato pazzo e lo utilizzasse per adescare fanciulle che lavavano i panni in riva al fiume.
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La barca della Madonna
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La vita incriminata
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La vita incriminata
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Vicolo del Forte
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Vicolo del Forte
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Sant'Antonio Abate e San Paolo eremita
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Veduta di Montodine
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Veduta di Montodine
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Sant'Antonio Abate e San Paolo eremita
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E' di quest'epoca probabilmente il forte (poi demolito e diventato cascina) che dominava dall'alto con la sua torre di vedetta la via che portava a Crema e dà ancora il nome a una via di Montodine, via del Forte.\\

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E' di quest'epoca probabilmente il forte (poi demolito e diventato cascina) che dominava dall'alto con la sua torre di vedetta la via che portava a Crema e dà ancora il nome a una via di Montodine, Vicolo del Forte.\\


Vicolo del Forte
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  • In questa via una volta c'era una balera e si giocava d'azzardo.
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  • In fondo a questa via una volta c'era una balera e si giocava d'azzardo.
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La vita incriminata
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La vita incriminata
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Chiesa di Santa Maria Maddalena
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Chiesa di Santa Maria Maddalena
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San Zeno
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San Zeno
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SS. Trinità
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SS. Trinità
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La vita incriminata
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La vita incriminata
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La torre
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Chiesa di Santa Maria Maddalena
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San Rocco
Added lines 70-71:

San Zeno
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Chiesa del Rosario
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SS. Trinità
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S. Giovanni
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Sant'Antonio Abate e San Paolo eremita
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Facciata
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  • In questa via una volta c'era una balera e si giocava d'azzardo
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  • In questa via una volta c'era una balera e si giocava d'azzardo.

La vita incriminata
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Daino
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Veduta di Montodine
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  • In questa via una volta c'era una balera e si giocava d'azzardo
  • Nel parco di Villa Fadini, vicina a Boccaserio (ingresso vietato ai non autorizzati) c'è un recinto con un animale che non è di queste parti: un daino!
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Destinazione:

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Destinazione:

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Tragitto:

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Tragitto:

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Storia:

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Storia:

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A partire dall'XI secolo entrò a far parte dei territori del vescovo di Cremona, i cui diritti feudali furono riconosciuti sia dall'autorità imperiale che papale, riconoscimenti culminati nel famoso atto di donazione (1098) di tutta l'Insula Fulcheria da parte di Matilde di Canossa al comune e alla Chiesa di Cremona. Dopo una parentesi legata al nome dei conti di Dovera, Montodine trovò come naturale sbocco la guida politica della città di Crema, con l'affermazione della signoria dei Benzoni. Fu a questo punto che il territorio venne disseminato a scopo difensivo di una vasta rete di fortificazioni,volute da Giorgio Benzoni.

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A partire dall'XI secolo entrò a far parte dei territori del vescovo di Cremona, i cui diritti feudali furono riconosciuti sia dall'autorità imperiale che papale, riconoscimenti culminati nel famoso atto di donazione (1098) di tutta l'Insula Fulcheria da parte di Matilde di Canossa al comune e alla Chiesa di Cremona.
Dopo una parentesi legata al nome dei conti di Dovera, Montodine trovò come naturale sbocco la guida politica della città di Crema, con l'affermazione della signoria dei Benzoni. Fu a questo punto che il territorio venne disseminato a scopo difensivo di una vasta rete di fortificazioni,volute da Giorgio Benzoni.\\

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A Montodine passarono pure le bande alemanne portando quel terribile morbo,la peste, che a partire dall'aprile del 1630 flagellò e sconvolse tutta l'Alta Italia e che ci fu ampiamente descritta prima dal Canobio e poi dal Manzoni. Montodine salì ancora alla ribalta della storia prima nel 1646 per il combattimento fra le milizie venete e quelle francesi e quindi nel 1658 quando divenne per qualche tempo il quartier generale del Duca di Mantova incaricato di guidare le operazioni di attraversamento del territorio veneto da parte delle truppe francesi in guerra contro gli Spagnoli. Probabilmente esso era insediato nella parte posteriore della chiesa principale, parte denominata "Il Castello".

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A Montodine passarono pure le bande alemanne portando quel terribile morbo,la peste, che a partire dall'aprile del 1630 flagellò e sconvolse tutta l'Alta Italia e che ci fu ampiamente descritta prima dal Canobio e poi dal Manzoni.
Montodine salì ancora alla ribalta della storia prima nel 1646 per il combattimento fra le milizie venete e quelle francesi e quindi nel 1658 quando divenne per qualche tempo il quartier generale del Duca di Mantova incaricato di guidare le operazioni di attraversamento del territorio veneto da parte delle truppe francesi in guerra contro gli Spagnoli. Probabilmente esso era insediato nella parte posteriore della chiesa principale, parte denominata "Il Castello".

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Il monumentale Palazzo Benvenuti e la sua Torre, sono il simbolo di Montodine. Palazzo Benvenuti è situato vicino al ponte sul fiume Serio. La torre fu fatta erigere da Girolamo Benvenuti (aristocratica famiglia montodinese) tra il 1666 ed il 1668 sul posto di un vecchio torrione del 1400 che sorgeva a difesa del passaggio del ponte sul Serio, ed era stato costruito da Giorgio Benzoni signore di Crema. La costruzione si innalza su sette piani compresi un solaio ed un locale seminterrato. La torre che sorge a lato presenta dimensioni di tutto rispetto: 8,40 x 7,40 x 31 metri. Venne a costare 6210 lire 5 soldi e 3 denari, somma con la quale si potevano acquistare circa 90 pertiche. Accanto alla torre, come detto, sorge il Palazzo Benvenuti, testimonianza della ricca famiglia dei Benvenuti, costruito e poi rimaneggiato in diverse epoche fu ristrutturato completamente nel 1803. Il palazzo può essere ad oggi considerato un bell'esempio di arte rusticana-barocca: infatti appare innanzitutto come una rustica costruzione di campagna, originata probabilmente da uno di quegli edifici fortificati di cui il borgo ebbe necessità nel medioevo. La torre serviva così da punto di riferimento per ogni azione di difesa verso la valle del Serio (nel XVII secolo inglobata nel complesso dell'edificio) che rileva con evidenza 2 fasi costruttive. Tuttavia essa è inseribile in un linguaggio secentesco dovuto in prevalenza all'uso insistito del bugnato. Con la morte della contessina Camilla Marozzi-Benvenuti nel 1929, con cui si estinse il casato dei Benvenuti del ramo di Montodine, fu lasciato in proprietà alla congregazione Salesiana che lo adibì a Istituto Salesiano per il noviziato e come oratorio per i giovani, dopo di che rimase alla Parrocchia.

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Il monumentale Palazzo Benvenuti e la sua Torre, sono il simbolo di Montodine.
Palazzo Benvenuti è situato vicino al ponte sul fiume Serio. La torre fu fatta erigere da Girolamo Benvenuti (aristocratica famiglia montodinese) tra il 1666 ed il 1668 sul posto di un vecchio torrione del 1400 che sorgeva a difesa del passaggio del ponte sul Serio, ed era stato costruito da Giorgio Benzoni signore di Crema. La costruzione si innalza su sette piani compresi un solaio ed un locale seminterrato. La torre che sorge a lato presenta dimensioni di tutto rispetto: 8,40 x 7,40 x 31 metri. Venne a costare 6210 lire 5 soldi e 3 denari, somma con la quale si potevano acquistare circa 90 pertiche. Accanto alla torre, come detto, sorge il Palazzo Benvenuti, testimonianza della ricca famiglia dei Benvenuti, costruito e poi rimaneggiato in diverse epoche fu ristrutturato completamente nel 1803.
Il palazzo può essere ad oggi considerato un bell'esempio di arte rusticana-barocca: infatti appare innanzitutto come una rustica costruzione di campagna, originata probabilmente da uno di quegli edifici fortificati di cui il borgo ebbe necessità nel medioevo. La torre serviva così da punto di riferimento per ogni azione di difesa verso la valle del Serio (nel XVII secolo inglobata nel complesso dell'edificio) che rileva con evidenza 2 fasi costruttive. Tuttavia essa è inseribile in un linguaggio secentesco dovuto in prevalenza all'uso insistito del bugnato.
Con la morte della contessina Camilla Marozzi-Benvenuti nel 1929, con cui si estinse il casato dei Benvenuti del ramo di Montodine, fu lasciato in proprietà alla congregazione Salesiana che lo adibì a Istituto Salesiano per il noviziato e come oratorio per i giovani, dopo di che rimase alla Parrocchia.

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Cinque furono le chiese innalzate nell’arco di due secoli (XVII- XVIII). Tutta la comunità era coinvolta nell’edificazione dei luoghi di culto: la grande chiesa parrocchiale del XVIII sec. fu infatti eretta grazie alle offerte dei fedeli e anche all’apporto di consistenti contributi economici delle varie confraternite che reggevano i rispettivi oratori. Nell'800 si contavano ben 12 preti, 7 oratori e quasi altrettante confraternite! A testimonianza del clima di fervore edilizio che interessò Montodine nei due secoli citati si riporta una descrizione del paese del 1755 contenuta nella relazione della visita pastorale di Mons. Lombardi, vescovo di Crema: "il villaggio di Montodine, che talvolta si scrive anche Montodeno, il più popoloso di tutti gli altri della campagna cremasca, occupa quella parte del territorio, che il Serio bagna a un miglio dalla confluenza nell’Adda, sorge perciò su ambedue le rive dello stesso Serio, ma soprattutto sulla destra, riva che il paese unisce alla sinistra con un ponte, e abbellisce le sue sponde non solo con edifici sacri ma anche profani, e pure con torri; in realtà è un villaggio degno di apprezzamento per la sua ordinata disposizione, che, presentandosi per primo a coloro che giungono da Piacenza e da Cremona, mostra, per quanto può un abitato campagnolo, la prosperità del Dominio Veneto”.

  1. Chiesa parrocchiale

Sorge essa su un'altra chiesa di epoca medioevale che aveva annesso il relativo cimitero (trasformato poi per un breve periodo in scuola media). L'attuale chiesa è più grande della precedente ed è girata verso occidente e non oriente come dovrebbe essere. Questo perchè altrimenti la chiesa avrebbe dato le spalle alla piazza. Per costruirla in questo modo è stata richiesta un permesso speciale alla curia romana. La parrocchiale fu eretta negli anni 1726-1731 al centro del paese,quasi certamente su progetto dell'architetto Giovanni Battista Donati di Lugano.

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Cinque furono le chiese innalzate nell’arco di due secoli (XVII- XVIII). Tutta la comunità era coinvolta nell’edificazione dei luoghi di culto: la grande chiesa parrocchiale del XVIII sec. fu infatti eretta grazie alle offerte dei fedeli e anche all’apporto di consistenti contributi economici delle varie confraternite che reggevano i rispettivi oratori. Nell'800 si contavano ben 12 preti, 7 oratori e quasi altrettante confraternite!

Chiesa parrocchiale

Sorge essa su un'altra chiesa di epoca medioevale che aveva annesso il relativo cimitero (trasformato poi per un breve periodo in scuola media).
L'attuale chiesa è più grande della precedente ed è girata verso occidente e non oriente come dovrebbe essere. Questo perchè altrimenti la chiesa avrebbe dato le spalle alla piazza. Per costruirla in questo modo è stata richiesta un permesso speciale alla curia romana.
La parrocchiale fu eretta negli anni 1726-1731 al centro del paese,quasi certamente su progetto dell'architetto Giovanni Battista Donati di Lugano.\\

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La chiesa, di forma rettangolare, è priva di transetto, ed ha una sola navata centrale,con sovrapposte nicchie aperte a guisa di logge. Il soffitto è costruito con una sola volta a botte,interrotta da grandi archi. L' interno presenta nelle cappelle laterali quadrature dipinte dai fratelli Galliari nel 1760 (cappelle della Madonna -sul lato sinistro della navata - e del Crocifisso ) e dal loro seguace trevigliese Orlando Bencetti nel 1782 (cappelle ora dedicate al Sacro Cuore e alle Anime purganti).

to:

La chiesa, di forma rettangolare, è priva di transetto, ed ha una sola navata centrale,con sovrapposte nicchie aperte a guisa di logge. Il soffitto è costruito con una sola volta a botte,interrotta da grandi archi. L'interno presenta nelle cappelle laterali quadrature dipinte dai fratelli Galliari nel 1760 (cappelle della Madonna -sul lato sinistro della navata - e del Crocifisso ) e dal loro seguace trevigliese Orlando Bencetti nel 1782 (cappelle ora dedicate al Sacro Cuore e alle Anime purganti).

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A lato della chiesa nel 1755 venne poi costruito il campanile,di base quadrata con lato di sei metri e mezzo. Della precedente si può vedere ancora il pozzo della piazza vecchia incorporata nella cappella dedicata al Sacro Cuore situata all'interno della chiesa sulla sinistra. E' stata anche ritrovata durante gli scavi una tomba di ignoti il cui marmo è ora appeso sul lato sinistro della chiesa.

  1. Chiesa di San Rocco

Sorge fuori paese, sulla via che porta al cimitero. E' una costruzione unica nel suo genere nel territorio, infatti presenta una interessante costruzione a pianta ottagonale e cupola interna illuminata da un lanternino: è un esatto modello degli antichi battisteri, anche se eretta negli anni 1630-1647, come ex-voto per la peste del 1630. In suo onore si svolge la festa di San Rocco il 16 agosto cuocendo pani insipidi da benedire durante la cerimonia. L'ottagono ha una valenza simbolica precisa: rappresenta il giorno senza tramonto del Risorto, evoca l'ottavo giorno fuori della settimana; con il battesimo si passa dalla morte del peccato ad una nuova vita in Cristo: all'ottavo giorno dell'eternità. Nella chiesa erano contenuti alcuni quadri uno dei quali (oggi conservato a Palazzo Benvebuti) raffigura il Santo Protettore,accompagnato dal suo fedelissimo cagnolino , mentre visita il Lazzaretto, per confortare gli appestati.

  1. Chiesa di San Zenone

Sorge vicino alla chiesa di San Rocco. Attualmente (2009) è in restauro.

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A lato della chiesa nel 1755 venne poi costruito il campanile,di base quadrata con lato di sei metri e mezzo.
Della precedente si può vedere ancora il pozzo della piazza vecchia incorporata nella cappella dedicata al Sacro Cuore situata all'interno della chiesa sulla sinistra. E' stata anche ritrovata durante gli scavi una tomba di ignoti il cui marmo è ora appeso sul lato sinistro della chiesa.

Chiesa di San Rocco

Sorge fuori paese, sulla via che porta al cimitero. E' una costruzione unica nel suo genere nel territorio, infatti presenta una interessante costruzione a pianta ottagonale e cupola interna illuminata da un lanternino: è un esatto modello degli antichi battisteri, anche se eretta negli anni 1630-1647, come ex-voto per la peste del 1630. In suo onore si svolge la festa di San Rocco il 16 agosto cuocendo pani insipidi da benedire durante la cerimonia. L'ottagono ha una valenza simbolica precisa: rappresenta il giorno senza tramonto del Risorto, evoca l'ottavo giorno fuori della settimana; con il battesimo si passa dalla morte del peccato ad una nuova vita in Cristo: all'ottavo giorno dell'eternità.
Nella chiesa erano contenuti alcuni quadri uno dei quali (oggi conservato a Palazzo Benvebuti) raffigura il Santo Protettore,accompagnato dal suo fedelissimo cagnolino , mentre visita il Lazzaretto, per confortare gli appestati.

Chiesa di San Zenone

Sorge vicino alla chiesa di San Rocco. Attualmente (2009) è in restauro.\\

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L'oratorio di San Zeno (vescovo di Verona) rievoca nell'intitolazione i più antichi tempi della vita montodinese, anche se le sue forme risalgono ad un'epoca più tarda. Nei secoli passati, infatti, grande era la devozione verso questo santo, a cui accorrevano fedeli da tutto il cremasco e non solo.

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L'oratorio di San Zeno (vescovo di Verona) rievoca nell'intitolazione i più antichi tempi della vita montodinese, anche se le sue forme risalgono ad un'epoca più tarda. Nei secoli passati, infatti, grande era la devozione verso questo santo, a cui accorrevano fedeli da tutto il cremasco e non solo.\\

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Le statue rappresentano il Cristo Risorto con la bandiera della vittoria e San Zeno in abito pontificale col pesce attaccato al Pastorale. Di pregevole fattura è anche il campanile orientaleggiante.

  1. Chiesa della Beata Vergine del Rosario

La chiesetta col suo Oratorio, situato sulla via Piacenza oltre il ponte del Serio, è il monumento più importante tra le chiese minori, per la presenza del magnifico ciclo di affreschi con cui Gian Giacomo Barbelli nel 1641 decorò le volte del presbiterio (nell'abside e sulla volta) con i Quindici Misteri del Rosario. L' oratorio venne costruito agli inizi del Seicento dalla Confraternita del Rosario di questo periodo è rimasta la teletta votiva del confratello Giovan Maria Longari, opera di Giovan Angelo Ferrario, oggi conservata nella casa parrocchiale. La facciata orlata alla sommità da un sussueguirsi di pietre a vista è sormontata da tre pinnacoli. Sotto il timpano una bifora di vetri multicolore,costituisce la base per una statuetta fittile raffigurante San Giorgio, noto santo guerriero. A lato del portale si apre un pertugio quadrato, il quale indicava ai pellegrini di un tempo che qui potevano trovare rifugio e sostare per riposarsi. Il Portale di legno chiodato è contornato da colonne ed è arricchito da un affresco raffigurante la Modonna con Bambino. Nell'interno l'abside piuttosto ampia ospita, alla sua sommità, la classica trave che porta l'arco trionfale. Sopra di essa si trova un crocefisso ligneo dai lineamenti intensi e drammatici Bella e ben conservata è la balconata della cantoria in legno scolpito,che si arricchisce di esili ed eleganti colonnine a torciglione. Molte sono le leggende che ci sono state tramandate nei secoli a proposito della festa della Madonna del Rosario. Alcuni storiografi ci conducono fino alla battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 quando l'armata navale cristiana, costituita dalle flotte di Venezia della Spagna della Santa Sede di Genova e di Savoia, si scontra con l'armata turca. L'allora pontefice Pio V° (da cui era nata l'idea di una lega contro i Turchi dopo che questi si erano impadroniti di Cipro) decise di porre questa battaglia sotto la protezione celeste della beata Vergine del S. Rosario. Fu così che l'armata navale cristiana, vincendo pur essendo nettamente inferiore, segnò l'inizio del declino dell'impero ottomano. Numerosi furono i trofei di guerra, uno su tutti divenne oggetto legato alla religione: una piccola catena con piccoli grani, l'attuale nostro Rosario. L'anno successivo alla battaglia il papa Pio V° istituì una giornata commemorativa in onore della vittoria dedicata alla Beata Vergine. La festa vera e propria fu istituita da Gregorio XIII nel 1573 alla prima domenica di Ottobre. Montodine conserva anche in questa pagina di storia gloriosa ricordi di guerra in quanto ben 17 furono i montodinesi volontari e qui la leggenda si mischia alla storia e ci narra che, tornati vincitori dalla battaglia, i montodinesi superstiti abbiano portato una nuova ventata di spirito religioso rivolto alla Beata Vergine del Rosario percui in Suo onore nacque la Santa Confraternita del Rosario che eresse poi l'attuale Oratorio. Da allora Montodine ha sempre celebrato con grande solennità la festa della Madonna del Rosario. Il giorno della festa veniva celebrata una funzione nella chiesetta del S. Rosario dopo di che si iniziava la solenne processione in cui si portava il simulacro della Beata Vergine dall'oratorio alla chiesa Parrocchiale e quindi si teneva una nuova processione per le vie del paese.

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Le statue rappresentano il Cristo Risorto con la bandiera della vittoria e San Zeno in abito pontificale col pesce attaccato al Pastorale. Di pregevole fattura è anche il campanile orientaleggiante.

Chiesa della Beata Vergine del Rosario

La chiesetta col suo Oratorio, situato sulla via Piacenza oltre il ponte del Serio, è il monumento più importante tra le chiese minori, per la presenza del magnifico ciclo di affreschi con cui Gian Giacomo Barbelli nel 1641 decorò le volte del presbiterio (nell'abside e sulla volta) con i Quindici Misteri del Rosario.
L' oratorio venne costruito agli inizi del Seicento dalla Confraternita del Rosario di questo periodo è rimasta la teletta votiva del confratello Giovan Maria Longari, opera di Giovan Angelo Ferrario, oggi conservata nella casa parrocchiale.
La facciata orlata alla sommità da un sussueguirsi di pietre a vista è sormontata da tre pinnacoli. Sotto il timpano una bifora di vetri multicolore,costituisce la base per una statuetta fittile raffigurante San Giorgio, noto santo guerriero. A lato del portale si apre un pertugio quadrato, il quale indicava ai pellegrini di un tempo che qui potevano trovare rifugio e sostare per riposarsi. Il Portale di legno chiodato è contornato da colonne ed è arricchito da un affresco raffigurante la Modonna con Bambino. Nell'interno l'abside piuttosto ampia ospita, alla sua sommità, la classica trave che porta l'arco trionfale. Sopra di essa si trova un crocefisso ligneo dai lineamenti intensi e drammatici Bella e ben conservata è la balconata della cantoria in legno scolpito,che si arricchisce di esili ed eleganti colonnine a torciglione.

Chiesa della SS. Trinità

Poco oltre, proseguendo in direzione Piacenza, si incontra sulla sinistra l'oratorio della Trinità, costruito intorno al 1730 dalla confraternita dei Trinitari associazione fondata a Roma nel 1548 che si richiamava al pensiero di San Filippo Neri e che aveva come finalità quella di soccorrere i bisogni dei poveri, di dare ospitalità ai pellegrini e assistenza ai convalescenti.
L'oratorio non è più officiato da tempo e l'interno appare oggi spoglio, tuttavia si apprezza l'eleganza architettonica della sua facciata in cotto e l'elegante campanile, ulteriore esempio della libera e viva interpretazione che nel territorio cremasco ebbe il linguaggio barocco, se si considera soprattutto la facciata conclusa da un coronamento a linee spezzate, cui corrisponde l'accentuata verticalità dello snello campanile.

Chiesa di San Giovanni

Situata in Bocca Serio è del sec. XVI. Ora annessa alla Villa Fadini.

Chiesa di Sant'Antonio Abate e San Paolo eremita

Eretta alla cascina Giardino, una delle cascine più grandi annesse a Montodine. Aveva anche una piccola scuola elementare gestita dallo stesso prete dell'oratorio.

Chiesetta delle Colombare frazione di Montodine

Non ricordo il nome di questa chiesa. So solo che è la chiesa di una cascina molto grossa che può essere considerata quasi un piccolo paese che aveva oltre alla sua chiesa un suo "consiglio cittadino", una sua scuola, un negozio alimentare e un ufficio di poste e telegrafo. E' stata successivamente divisa in 2 frazioni tra Montodine e Moscazzano.

Festa della Madonna del Rosario

Molte sono le leggende che ci sono state tramandate nei secoli a proposito della festa della Madonna del Rosario che si festeggia la prima domenica di ottobre.
Alcuni storiografi ci conducono fino alla battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 quando l'armata navale cristiana, costituita dalle flotte di Venezia della Spagna della Santa Sede di Genova e di Savoia, si scontra con l'armata turca.
L'allora pontefice Pio V° (da cui era nata l'idea di una lega contro i Turchi dopo che questi si erano impadroniti di Cipro) decise di porre questa battaglia sotto la protezione celeste della beata Vergine del S. Rosario.
Fu così che l'armata navale cristiana, vincendo pur essendo nettamente inferiore, segnò l'inizio del declino dell'impero ottomano. Numerosi furono i trofei di guerra, uno su tutti divenne oggetto legato alla religione: una piccola catena con piccoli grani, l'attuale nostro Rosario.
L'anno successivo alla battaglia il papa Pio V° istituì una giornata commemorativa in onore della vittoria dedicata alla Beata Vergine. La festa vera e propria fu istituita da Gregorio XIII nel 1573 alla prima domenica di Ottobre.
Montodine conserva anche in questa pagina di storia gloriosa ricordi di guerra in quanto ben 17 furono i montodinesi volontari e qui la leggenda si mischia alla storia e ci narra che, tornati vincitori dalla battaglia, i montodinesi superstiti abbiano portato una nuova ventata di spirito religioso rivolto alla Beata Vergine del Rosario percui in Suo onore nacque la Santa Confraternita del Rosario che eresse poi l'attuale Oratorio.
Da allora Montodine ha sempre celebrato con grande solennità la festa della Madonna del Rosario. Il giorno della festa veniva celebrata una funzione nella chiesetta del S. Rosario dopo di che si iniziava la solenne processione in cui si portava il simulacro della Beata Vergine dall'oratorio alla chiesa Parrocchiale e quindi si teneva una nuova processione per le vie del paese.\\

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  1. Chiesa della SS. Trinità

Poco oltre, proseguendo in direzione Piacenza, si incontra sulla sinistra l'oratorio della Trinità, costruito intorno al 1730 dalla confraternita dei Trinitari associazione fondata a Roma nel 1548 che si richiamava al pensiero di San Filippo Neri e che aveva come finalità quella di soccorrere i bisogni dei poveri, di dare ospitalità ai pellegrini e assistenza ai convalescenti. L'oratorio non è più officiato da tempo e l'interno appare oggi spoglio, tuttavia si apprezza l'eleganza architettonica della sua facciata in cotto e l'elegante campanile, ulteriore esempio della libera e viva interpretazione che nel territorio cremasco ebbe il linguaggio barocco, se si considera soprattutto la facciata conclusa da un coronamento a linee spezzate, cui corrisponde l'accentuata verticalità dello snello campanile.

  1. Chiesa di San Giovanni

Situata in Bocca Serio è del sec. XVI. Ora annessa alla Villa Fadini.

  1. Chiesa di Sant'Antonio Abate e San Paolo eremita

Eretta alla cascina Giardino, una delle cascine più grandi annesse a Montodine. Aveva anche una piccola scuola elementare gestita dallo stesso prete dell'oratorio.

  1. Chiesetta delle Colombare frazione di Montodine

Non ricordo il nome di questa chiesa. So solo che è la chiesa di una cascina molto grossa che può essere considerata quasi un piccolo paese che aveva oltre alla sua chiesa un suo "consiglio cittadino", una sua scuola, un negozio alimentare e un ufficio di poste e telegrafo. E' stata successivamente divisa in 2 frazioni tra Montodine e Moscazzano.

Curiosità

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Curiosità

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Il borgo di Montodine è già segnato nelle cartine del 1200 come Mons Odano, cioè Monte sull'Adda. Si trova infatti sul colle che costeggia il Serio prima che finisca nell'Adda, la parte denominata Bocca d'Adda, condivisa in parte con Ripalta Arpina. Questo monte è ancora adesso il cuore del paese, la parte più antica.
Si ergeva, si dice, dalle acque del lago Gerundo. I primi insediamenti si possono trovare circa nell'800 DC ad opera dei Longobardi. Nel medioevo il villaggio si è ampliato e commercia prevalentemente con Crema. E' di quest'epoca probabilmente il forte (poi demolito e diventato cascina) che dominava dall'alto con la sua torre di vedetta la via che portava a Crema e dà ancora il nome a una via di Montodine, via del Forte.

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Il borgo di Montodine è già segnato nelle cartine nella forma primitiva di Monte Odano in un documento del 1023. Da questo derivano le successive Muntodano, Muntothano, Monthotano, Montodanum, Montadanum che vanno dal 1034 al 1166. A tutte è comune l'elemento monte, mentre la parte finale varia. Ma anche la forma più antica ha tutto l'aspetto di essere una lezione corrotta. Infatti può essere che la finale Odano sia un'alterazione di Abduano, antico nome del fiume Adda, che ora scorre a 2 km dal borgo ma che in origine scorreva vicino. In questo caso Montodine significherebbe Monte sull'Adda: Mons Abduanus. Ciò sarebbe confermato dalla tradizione secondo la quale Montodine sorgeva sulla riva del lago Gerundo quando esso ancora inondava lo spazio compreso fra la costiera (a 66 metri sul livello del mare) e l'attuale corso dell'Adda (49 metri sul livello del mare). Altre ricerche fanno risalire il nome a elementi di origine germanica ed addirittura celtica per il possibile riferimento ad Odino. Questo monte è ancora adesso il cuore del paese, la parte più antica dove sorge la chiesa parrocchiale.
La genesi alto-medievale si può dire legata inizialmente al fiume Adda e ad un'importante direttrice viaria di ascendenza romana che lambiva l'abitato. Lo sfruttamento agro-silvo-pastorale del territorio e quello delle acque naturali furono il presumibile motivo principale dell'insediamento.
E' di quest'epoca probabilmente il forte (poi demolito e diventato cascina) che dominava dall'alto con la sua torre di vedetta la via che portava a Crema e dà ancora il nome a una via di Montodine, via del Forte.
Nella sua storia millenaria che si suppone possa trarre origine intorno al VI°-VII° secolo dopo Cristo, Montodine ha conosciuto avvenimenti storici di grande rilievo: dai possessi feudali dei Conti di Dovera fino a quelli dei conti Benvenuti, dal passaggio delle milizie del Barbarossa (1154) a quello dei lanzichenecchi del Duca di Brunswich che nel 1517 misero tutto a ferro e fuoco.
A partire dall'XI secolo entrò a far parte dei territori del vescovo di Cremona, i cui diritti feudali furono riconosciuti sia dall'autorità imperiale che papale, riconoscimenti culminati nel famoso atto di donazione (1098) di tutta l'Insula Fulcheria da parte di Matilde di Canossa al comune e alla Chiesa di Cremona. Dopo una parentesi legata al nome dei conti di Dovera, Montodine trovò come naturale sbocco la guida politica della città di Crema, con l'affermazione della signoria dei Benzoni. Fu a questo punto che il territorio venne disseminato a scopo difensivo di una vasta rete di fortificazioni,volute da Giorgio Benzoni. Verso la fine dell'epoca medioevale, il Signore di Crema, a dimostrazione dell'importanza strategica di Montodine, fece costruire una torre alta e poderosa a guardia del confine del suo minuscolo stato, i cui ruderi erano ancora visibili ai primi del '900 allorquando furono demoliti per lasciar spazio all'attuale costruzione dell'asilo.
In seguito il Cremasco (territorio del Benzoni) passò sotto la dominazione dei Visconti ed entrò a far parte del Ducato di Milano.
Nel 1449 subentrarono i Veneziani che amministrarono il territorio, salva una piccola parentesi, fino all'arrivo delle truppe Napoleoniche.
A Montodine passarono pure le bande alemanne portando quel terribile morbo,la peste, che a partire dall'aprile del 1630 flagellò e sconvolse tutta l'Alta Italia e che ci fu ampiamente descritta prima dal Canobio e poi dal Manzoni. Montodine salì ancora alla ribalta della storia prima nel 1646 per il combattimento fra le milizie venete e quelle francesi e quindi nel 1658 quando divenne per qualche tempo il quartier generale del Duca di Mantova incaricato di guidare le operazioni di attraversamento del territorio veneto da parte delle truppe francesi in guerra contro gli Spagnoli. Probabilmente esso era insediato nella parte posteriore della chiesa principale, parte denominata "Il Castello".

Il Palazzo Benvenuti

Il monumentale Palazzo Benvenuti e la sua Torre, sono il simbolo di Montodine. Palazzo Benvenuti è situato vicino al ponte sul fiume Serio. La torre fu fatta erigere da Girolamo Benvenuti (aristocratica famiglia montodinese) tra il 1666 ed il 1668 sul posto di un vecchio torrione del 1400 che sorgeva a difesa del passaggio del ponte sul Serio, ed era stato costruito da Giorgio Benzoni signore di Crema. La costruzione si innalza su sette piani compresi un solaio ed un locale seminterrato. La torre che sorge a lato presenta dimensioni di tutto rispetto: 8,40 x 7,40 x 31 metri. Venne a costare 6210 lire 5 soldi e 3 denari, somma con la quale si potevano acquistare circa 90 pertiche. Accanto alla torre, come detto, sorge il Palazzo Benvenuti, testimonianza della ricca famiglia dei Benvenuti, costruito e poi rimaneggiato in diverse epoche fu ristrutturato completamente nel 1803. Il palazzo può essere ad oggi considerato un bell'esempio di arte rusticana-barocca: infatti appare innanzitutto come una rustica costruzione di campagna, originata probabilmente da uno di quegli edifici fortificati di cui il borgo ebbe necessità nel medioevo. La torre serviva così da punto di riferimento per ogni azione di difesa verso la valle del Serio (nel XVII secolo inglobata nel complesso dell'edificio) che rileva con evidenza 2 fasi costruttive. Tuttavia essa è inseribile in un linguaggio secentesco dovuto in prevalenza all'uso insistito del bugnato. Con la morte della contessina Camilla Marozzi-Benvenuti nel 1929, con cui si estinse il casato dei Benvenuti del ramo di Montodine, fu lasciato in proprietà alla congregazione Salesiana che lo adibì a Istituto Salesiano per il noviziato e come oratorio per i giovani, dopo di che rimase alla Parrocchia.

Chiese

Cinque furono le chiese innalzate nell’arco di due secoli (XVII- XVIII). Tutta la comunità era coinvolta nell’edificazione dei luoghi di culto: la grande chiesa parrocchiale del XVIII sec. fu infatti eretta grazie alle offerte dei fedeli e anche all’apporto di consistenti contributi economici delle varie confraternite che reggevano i rispettivi oratori. Nell'800 si contavano ben 12 preti, 7 oratori e quasi altrettante confraternite! A testimonianza del clima di fervore edilizio che interessò Montodine nei due secoli citati si riporta una descrizione del paese del 1755 contenuta nella relazione della visita pastorale di Mons. Lombardi, vescovo di Crema: "il villaggio di Montodine, che talvolta si scrive anche Montodeno, il più popoloso di tutti gli altri della campagna cremasca, occupa quella parte del territorio, che il Serio bagna a un miglio dalla confluenza nell’Adda, sorge perciò su ambedue le rive dello stesso Serio, ma soprattutto sulla destra, riva che il paese unisce alla sinistra con un ponte, e abbellisce le sue sponde non solo con edifici sacri ma anche profani, e pure con torri; in realtà è un villaggio degno di apprezzamento per la sua ordinata disposizione, che, presentandosi per primo a coloro che giungono da Piacenza e da Cremona, mostra, per quanto può un abitato campagnolo, la prosperità del Dominio Veneto”.

  1. Chiesa parrocchiale

Sorge essa su un'altra chiesa di epoca medioevale che aveva annesso il relativo cimitero (trasformato poi per un breve periodo in scuola media). L'attuale chiesa è più grande della precedente ed è girata verso occidente e non oriente come dovrebbe essere. Questo perchè altrimenti la chiesa avrebbe dato le spalle alla piazza. Per costruirla in questo modo è stata richiesta un permesso speciale alla curia romana. La parrocchiale fu eretta negli anni 1726-1731 al centro del paese,quasi certamente su progetto dell'architetto Giovanni Battista Donati di Lugano. Con la sua splendida facciata barocca, mossa e arricchita da cornici, fregi e colonne è considerata il più bell'esempio di architettura sacra settecentesca del territorio. La chiesa, di forma rettangolare, è priva di transetto, ed ha una sola navata centrale,con sovrapposte nicchie aperte a guisa di logge. Il soffitto è costruito con una sola volta a botte,interrotta da grandi archi. L' interno presenta nelle cappelle laterali quadrature dipinte dai fratelli Galliari nel 1760 (cappelle della Madonna -sul lato sinistro della navata - e del Crocifisso ) e dal loro seguace trevigliese Orlando Bencetti nel 1782 (cappelle ora dedicate al Sacro Cuore e alle Anime purganti). La chiesa è inoltre ricca di dipinti di scuola cremasca dal Cinque al Settecento. Notevole un dipinto di Carlo Urbino raffigurante la deposizione di Gesù dalla croce. La facciata ha un imponente portale centrale e due porte laterali più piccole. A lato della chiesa nel 1755 venne poi costruito il campanile,di base quadrata con lato di sei metri e mezzo. Della precedente si può vedere ancora il pozzo della piazza vecchia incorporata nella cappella dedicata al Sacro Cuore situata all'interno della chiesa sulla sinistra. E' stata anche ritrovata durante gli scavi una tomba di ignoti il cui marmo è ora appeso sul lato sinistro della chiesa.

  1. Chiesa di San Rocco

Sorge fuori paese, sulla via che porta al cimitero. E' una costruzione unica nel suo genere nel territorio, infatti presenta una interessante costruzione a pianta ottagonale e cupola interna illuminata da un lanternino: è un esatto modello degli antichi battisteri, anche se eretta negli anni 1630-1647, come ex-voto per la peste del 1630. In suo onore si svolge la festa di San Rocco il 16 agosto cuocendo pani insipidi da benedire durante la cerimonia. L'ottagono ha una valenza simbolica precisa: rappresenta il giorno senza tramonto del Risorto, evoca l'ottavo giorno fuori della settimana; con il battesimo si passa dalla morte del peccato ad una nuova vita in Cristo: all'ottavo giorno dell'eternità. Nella chiesa erano contenuti alcuni quadri uno dei quali (oggi conservato a Palazzo Benvebuti) raffigura il Santo Protettore,accompagnato dal suo fedelissimo cagnolino , mentre visita il Lazzaretto, per confortare gli appestati.

  1. Chiesa di San Zenone

Sorge vicino alla chiesa di San Rocco. Attualmente (2009) è in restauro. San Zenone era l'oratorio sede della Confraternità della Buona Morte (conclusasi negli anni 60 circa per mancanza di adepti), fu costruito nel 1610 sulle fondamenta di un altro più antico, prima ancora che il paese prendesse consistenza di borgata. L'oratorio di San Zeno (vescovo di Verona) rievoca nell'intitolazione i più antichi tempi della vita montodinese, anche se le sue forme risalgono ad un'epoca più tarda. Nei secoli passati, infatti, grande era la devozione verso questo santo, a cui accorrevano fedeli da tutto il cremasco e non solo. L'oratorio è ricco di stucchi policromi di pregevole fattura,con due statue del cinquecento ed una stupenda pala d'altare dipinta da G.B.Bottichio che raffigurava la Madonna ed il santo titolare, nonché due statue lignee cinquecentesche. Le statue rappresentano il Cristo Risorto con la bandiera della vittoria e San Zeno in abito pontificale col pesce attaccato al Pastorale. Di pregevole fattura è anche il campanile orientaleggiante.

  1. Chiesa della Beata Vergine del Rosario

La chiesetta col suo Oratorio, situato sulla via Piacenza oltre il ponte del Serio, è il monumento più importante tra le chiese minori, per la presenza del magnifico ciclo di affreschi con cui Gian Giacomo Barbelli nel 1641 decorò le volte del presbiterio (nell'abside e sulla volta) con i Quindici Misteri del Rosario. L' oratorio venne costruito agli inizi del Seicento dalla Confraternita del Rosario di questo periodo è rimasta la teletta votiva del confratello Giovan Maria Longari, opera di Giovan Angelo Ferrario, oggi conservata nella casa parrocchiale. La facciata orlata alla sommità da un sussueguirsi di pietre a vista è sormontata da tre pinnacoli. Sotto il timpano una bifora di vetri multicolore,costituisce la base per una statuetta fittile raffigurante San Giorgio, noto santo guerriero. A lato del portale si apre un pertugio quadrato, il quale indicava ai pellegrini di un tempo che qui potevano trovare rifugio e sostare per riposarsi. Il Portale di legno chiodato è contornato da colonne ed è arricchito da un affresco raffigurante la Modonna con Bambino. Nell'interno l'abside piuttosto ampia ospita, alla sua sommità, la classica trave che porta l'arco trionfale. Sopra di essa si trova un crocefisso ligneo dai lineamenti intensi e drammatici Bella e ben conservata è la balconata della cantoria in legno scolpito,che si arricchisce di esili ed eleganti colonnine a torciglione. Molte sono le leggende che ci sono state tramandate nei secoli a proposito della festa della Madonna del Rosario. Alcuni storiografi ci conducono fino alla battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 quando l'armata navale cristiana, costituita dalle flotte di Venezia della Spagna della Santa Sede di Genova e di Savoia, si scontra con l'armata turca. L'allora pontefice Pio V° (da cui era nata l'idea di una lega contro i Turchi dopo che questi si erano impadroniti di Cipro) decise di porre questa battaglia sotto la protezione celeste della beata Vergine del S. Rosario. Fu così che l'armata navale cristiana, vincendo pur essendo nettamente inferiore, segnò l'inizio del declino dell'impero ottomano. Numerosi furono i trofei di guerra, uno su tutti divenne oggetto legato alla religione: una piccola catena con piccoli grani, l'attuale nostro Rosario. L'anno successivo alla battaglia il papa Pio V° istituì una giornata commemorativa in onore della vittoria dedicata alla Beata Vergine. La festa vera e propria fu istituita da Gregorio XIII nel 1573 alla prima domenica di Ottobre. Montodine conserva anche in questa pagina di storia gloriosa ricordi di guerra in quanto ben 17 furono i montodinesi volontari e qui la leggenda si mischia alla storia e ci narra che, tornati vincitori dalla battaglia, i montodinesi superstiti abbiano portato una nuova ventata di spirito religioso rivolto alla Beata Vergine del Rosario percui in Suo onore nacque la Santa Confraternita del Rosario che eresse poi l'attuale Oratorio. Da allora Montodine ha sempre celebrato con grande solennità la festa della Madonna del Rosario. Il giorno della festa veniva celebrata una funzione nella chiesetta del S. Rosario dopo di che si iniziava la solenne processione in cui si portava il simulacro della Beata Vergine dall'oratorio alla chiesa Parrocchiale e quindi si teneva una nuova processione per le vie del paese. La processione fu trasformata in fluviale nel 1971. La Madonna, posta su una chiatta trasformata scenograficamente in un galeone veneziano, veniva lasciata scorrere sul fiume fino all'altezza del ponte proprio nelle vicinanze dell'Oratorio del Rosario ove dopo l'attracco i fedeli in trepidante attesa caricatala in spalla la riportavano in chiesa. Da molti anni l'imbarcazione è ogni volta diversa il tutto unito con le illuminazioni e i fuochi d'artificio a rendere ancora più spettacolare la scena.

  1. Chiesa della SS. Trinità

Poco oltre, proseguendo in direzione Piacenza, si incontra sulla sinistra l'oratorio della Trinità, costruito intorno al 1730 dalla confraternita dei Trinitari associazione fondata a Roma nel 1548 che si richiamava al pensiero di San Filippo Neri e che aveva come finalità quella di soccorrere i bisogni dei poveri, di dare ospitalità ai pellegrini e assistenza ai convalescenti. L'oratorio non è più officiato da tempo e l'interno appare oggi spoglio, tuttavia si apprezza l'eleganza architettonica della sua facciata in cotto e l'elegante campanile, ulteriore esempio della libera e viva interpretazione che nel territorio cremasco ebbe il linguaggio barocco, se si considera soprattutto la facciata conclusa da un coronamento a linee spezzate, cui corrisponde l'accentuata verticalità dello snello campanile.

  1. Chiesa di San Giovanni

Situata in Bocca Serio è del sec. XVI. Ora annessa alla Villa Fadini.

  1. Chiesa di Sant'Antonio Abate e San Paolo eremita

Eretta alla cascina Giardino, una delle cascine più grandi annesse a Montodine. Aveva anche una piccola scuola elementare gestita dallo stesso prete dell'oratorio.

  1. Chiesetta delle Colombare frazione di Montodine

Non ricordo il nome di questa chiesa. So solo che è la chiesa di una cascina molto grossa che può essere considerata quasi un piccolo paese che aveva oltre alla sua chiesa un suo "consiglio cittadino", una sua scuola, un negozio alimentare e un ufficio di poste e telegrafo. E' stata successivamente divisa in 2 frazioni tra Montodine e Moscazzano.

Curiosità

  • Si narra che all'interno del palazzo ci sia un passaggio segreto che porta direttamente al fiume Serio utilizzato dai partigiani per non farsi scoprire durante la seconda guerra mondiale. La leggenda dice inoltre che questo tunnel fosse usato da uno dei conti, soprannominato Ugialina chiuso in casa perchè considerato pazzo e lo utilizzasse per adescare fanciulle che lavavano i panni in riva al fiume
  • La sagra del paese cade il 22 luglio, giorno dedicato a Santa Maria Maddalena patrona di Montodine. Pare che in questo giorno la Maddalena reclami a sè le anime e se si fa il bagno nel serio si rischia di annegare. Alcuni più puntigliosi dicono che non si dovrebbe proprio fare il bagno ma la doccia!
  • Montodine è divisa in fazioni (come le contrade del palio di Siena): Cheì da là da Sère (o dal Punt o da le Guardade), Cheì da chè dal Sère (i VERI montodinesi DOC :)), Cheì da Reguna, Cheì da le Casine. Un tempo si sfidavano nella gara della cuccagna il giorno della sagra.

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I siti da cui ho preso i cenni artistici e storici

  • Pallavolo Montodinese
  • Comune
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Si ergeva, si dice, dalle acque del lago Gerundo. I primi insediamenti si possono trovare circa nell'800 dc ad opera dei Longobardi.

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Si ergeva, si dice, dalle acque del lago Gerundo. I primi insediamenti si possono trovare circa nell'800 DC ad opera dei Longobardi. Nel medioevo il villaggio si è ampliato e commercia prevalentemente con Crema. E' di quest'epoca probabilmente il forte (poi demolito e diventato cascina) che dominava dall'alto con la sua torre di vedetta la via che portava a Crema e dà ancora il nome a una via di Montodine, via del Forte.

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(:title CR - Montodine:)

 :: Montodine ::

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Destinazione:

Montodine. Mi chiederete perchè sto scrivendo una pagina sul mio paese. Ebbene, oggi ringraziando la mia guida, mio zio Sandro, ho avuto l'onore di fare la turista in Montodine.

Tragitto:

da Crema a Montodine
Non molto distante vero? :)

Storia:

Il borgo di Montodine è già segnato nelle cartine del 1200 come Mons Odano, cioè Monte sull'Adda. Si trova infatti sul colle che costeggia il Serio prima che finisca nell'Adda, la parte denominata Bocca d'Adda, condivisa in parte con Ripalta Arpina. Questo monte è ancora adesso il cuore del paese, la parte più antica.
Si ergeva, si dice, dalle acque del lago Gerundo. I primi insediamenti si possono trovare circa nell'800 dc ad opera dei Longobardi.


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