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RO - Esercitazione 7 gennaio 2008 - Esercizio senza numeri
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RO - Esercitazione 7 gennaio 2008 - Esercizio senza numeri

 :: RO - Esercitazione 7 gennaio 2008 - Esercizio senza numeri ::

Questo è l'ultimo esercizio che si trova nel file .doc presente su Titano, quello con su i vari esercizi. Non ha numeri, nel senso che ce l'ha fatto fare solo a livello di modello, per capire di che cosa si tratta.

Problema

Nel laboratorio di Fisica un gruppo di studenti ha fatto esperimenti sulla prima legge di Ohm (V = R I). Ogni studente ha misurato la tensione su diversi resistori che appartengono a tratti di circuito in parallelo tra loro e poi ha misurato l’intensità di corrente complessiva uscente dal circuito. L’intensità di corrente I(i) misurata dallo studente i è quindi la somma di diversi contributi, ciascuno dovuto ad uno dei tratti di circuito; ogni contributo è pari al rapporto tra la tensione V(i,j) misurata su un resistore j dallo studente i e la resistenza R(j) incognita.
Si sa che l’amperometro è soggetto ad errori di misura, mentre si suppone che le misure delle tensioni siano precise. Il problema che gli studenti devono affrontare è quello di calcolare i valori delle resistenze che meglio spiegano i dati sperimentali raccolti. Perciò ogni studente i definisce l’errore e(i) come la differenza tra l’intensità di corrente complessiva I(i) da lui misurata e la somma dei contributi relativi ai diversi tratti di circuito (che dipendono dalle resistenze R(j) incognite). Il gruppo di studenti deve quindi stabilire i valori delle resistenze incognite che rendono minima una funzione dell’errore.
L’insegnante propone tre criteri:

  1. minimizzare il massimo errore in valore assoluto
  2. minimizzare il valor medio degli errori
  3. minimizzare l’errore quadratico medio

Modello

Dati

I dati che il testo del problema dice che noi abbiamo sono i seguenti:

  • Ii = intensità di corrente misurata dall'i-esimo studente
  • Vj,i = tensione sul j-esimo resistore misurata dall'i-esimo studente

Variabili

Quello che dobbiamo scoprire, sempre leggendo il testo, è questo:

  • Rj = resistenza del j-esimo resistore
  • ei = errore che l'i-esimo studente rileva

La variabile ei è una variabile ausiliaria, definita qui sotto con un bel vincolo.

Vincoli

Il vincolo di questo problema è la legge di Ohm unita alla rilevazione dell'errore. In pratica si tratta di un vincolo che serve per definire la ei:

  • ei = Ii - SOMMA(Vi / Rj)

V/R mi dà l'intensità di corrente teorica. Ii è quella che lo studente misura. ei è la discrepanza tra quella misurata e quella teorica. Qui non ho più Vi,j, ma solo Vi: infatti, uso comunque la rilevazione della tensione complessiva sull'intero circuito, e non mi interessa quella sul singolo componente, perché tanto è la stessa.

Funzioni obiettivo

Nel problema vengono presentate 3 funzioni obiettivo. Le discutiamo una alla volta

Minimizzare il massimo errore, in valore assoluto

Già da come viene definita, questa funzione obiettivo è del genere min max, e va trattata in un certo modo: occorre una variabile ausiliaria, qui chiamata delta.

Vediamo poi come andare a trovare il massimo errore in valore assoluto:

delta >= ei
delta >= - ei
min delta

Perché sta roba funziona? Imponendo che delta sia maggiore dell'i-esimo errore, e che delta sia maggiore di 0 - ei, sto coprendo sia i casi in cui ei è positivo che quello in cui ei è negativo.
Per fare un esempio, se e1 = 3, ed e2 = -4, quanto vale l'errore massimo?

  • delta >= 3
  • delta >= -3
  • delta >= -4
  • delta >= 4

Quindi salta fuori che delta >= 4 mi identifica il massimo tra i due, in valore assoluto.

Una volta trovato il massimo, voglio trovare il minimo tra questi massimi.

Minimizzare il valor medio degli errori

Qui basta fare la somma degli errori, trovare la media, e minimizzare questa media:

min 1/7 * SOMMA ei

dove:

  • SOMMA ei è la somma di tutti gli errori
  • 1/7 è per fare la media
  • min è per minimizzare

E' corretta? Purtroppo NO. Infatti, bisogna pensare al caso in cui si rilevano errori negativi, ed ovviamente la media va sotto lo zero. Più l'errore negativo è grande, più va sotto lo zero, e più sono felice perché sto minimizzando.
Occorre quindi che il valore assoluto dell'errore sia minimo.

Come si fa a trovare il valore assoluto? Con la solita delta ausiliaria:

1/N * SOMMA e'_i_ <= delta
- 1/N * SOMMA e'_i_ <= delta
min delta

Minimizzare l'errore quadratico medio

L'errore quadratico medio è la media del quadrato degli errori:

min 1/N SOMMA (ei)2

Osservazioni finali

Siamo felici di tutto ciò? Anche qui, la risposta è no... ed eccone i motivi.

Il vincolo non è lineare!

Eh no che non lo è, c'è una variabile al denominatore! La strategia qui è quella di levare questa variabile. Visto che non compare da nessun'altra parte, se riusciamo a convertirla in qualcos'altro, non creerà problemi al resto del problema.

La "magia" consiste nell'usare, invece di R, 1/R. Tra l'altro, 1/R è la conduttanza, mentre R è la resistenza.
In questo modo, il vincolo diventa

ei = Ii - SOMMA Vi * Cj

dove Cj = 1/Rj.

La terza funzione obiettivo non è lineare!

In effetti non lo è: compare una variabile al quadrato! Si può affrontare un discorso sulle derivate etc. per convertire la funzione obiettivo nella derivata... Ecco da dove nasce l'idea:
Trattandosi di una funzione quadrata, è "ovvio" (quantomeno per il professore) che si tratti di un paraboloide. Se è un paraboloide, è una funzione convessa, ovvero una funzione in cui i punti del segmento che congiunge due punti sono tutti dentro l'area della funzione (ok questa in realtà è la definizione di regione convessa, però è più facile scrivere questa che comunque si capisce lo stesso).
Se è convessa, allora avrà un minimo in cui la derivata prima è zero. Metto la derivata 1a della funzione obiettivo, e tolgo la funzione obiettivo. Infatti, non devo minimizzare o massimizzare, ma rendere uguale a 0: avrò solo vincoli.

Ma per evitare sta cosa, visto che la funzione è convessa, allora vale la simpatica proprietà per cui se trovo un minimo locale, esso è anche un minimo globale. Se il risolutore affronta i problemi non lineari andando a caccia di minimi locali, in questo caso trova anche il minimo globale, e s'incula anche la derivata.


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