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 :: Storia della fotografia ::

I primi esperimenti

Già il filosofo Aristotele osservò che la luce, passando attraverso un piccolo foro, proiettava un'immagine circolare. Lo studioso arabo Alhazen Ibn Al-Haitham giunse (prima del 1039!) alle stesse conclusioni, definendo la scatola nella quale le immagini si riproducevano con il termine camera obscura. Nel 1515 Leonardo da Vinci utilizzò la camera oscura per dimostrare che le immagini hanno natura puntiforme, si propagano in modo rettilineo e vengono invertite nell'ingresso della camera oscura dal foro stenopeico (camera oscura leonardiana).

Catturare la luce richiese però la comprensione dei materiali fotosensibili, che, anche se conosciuti fin dal Medioevo, non furono studiati a fondo fino al 1727, quando lo scienziato tedesco Johann Heinrich Schulze, durante alcuni esperimenti con carbonato di calcio, acqua regia, acido nitrico e argento, scoprì che il composto risultante reagiva alla luce. Si accorse che la sostanza non si modificava se esposta alla luce del fuoco, ma diveniva rosso scura se colpita dalla luce del sole. Ripeté l'esperimento riempiendo una bottiglia di vetro che, dopo l'esposizione alla luce, si scurì solo nel lato illuminato. Chiamò la sostanza scotophorus, portatrice di tenebre.

Una volta pubblicati, gli studi di Schulze provocarono fermento nell'ambiente della ricerca scientifica. Verso la fine del 1700 l'inglese Thomas Wedgwood, figlio di un famoso ceramista di quel tempo, sperimentò l'utilizzo del nitrato d'argento immergendovi dei fogli di carta che espose alla luce, dopo avervi deposto degli oggetti. Si accorse che dove la luce colpiva il foglio, la sostanza si anneriva, mentre rimaneva chiara nelle zone coperte dagli oggetti. Queste immagini, però, non si stabilizzavano e perdevano rapidamente contrasto se mantenute alla luce.

Gli esordi

Le prime fotografie destarono subito l'interesse e la meraviglia dei curiosi che affollarono le sempre più frequenti dimostrazioni del procedimento. Rimasero sbalorditi dalla fedeltà dell'immagine e di come si potesse distinguere ogni minimo particolare, altri paventarono un abbandono della pittura o una drastica riduzione della sua pratica. Questo non avvenne, ma la nascita della fotografia favorì e influenzò la nascita di importanti movimenti pittorici, tra cui l'impressionismo, il cubismo e il dadaismo.

La fotografia si affiancò e in alcuni casi sostituì gli strumenti di molti specialisti. La possibilità di catturare un paesaggio in pochi minuti e con una elevata quantità di particolari fece della fotografia l'ideale strumento per i ricercatori e i viaggiatori. Particolarmente attivo fu l'editore Lerebours che ricevette grandi quantità di dagherrotipi dalla Grecia, da Medio Oriente, Europa e America che furono trasformati in acquatinte per la pubblicazione nella serie Excursion daguerriennes.

Nonostante questi successi incoraggianti, la fotografia incontrò inizialmente dei problemi nel ritrarre figure umane a causa delle lunghe esposizioni necessarie. Anche se illuminato da specchi che concentravano la luce del sole, immobilizzato con supporti di legno per impedire i movimenti, il soggetto doveva comunque sopportare una esposizione di almeno otto minuti per ricevere una fotografia in cui appariva con occhi chiusi e un atteggiamento innaturale.

Solo nel 1840 l'introduzione da parte di Joseph Petzval per conto della Voigtländer di un obiettivo di luminosità f/3.6 e dell'aumentata sensibilità della lastra dagherrotipa mediante l'utilizzo di vapori di bromo (John Frederick Goddard) e cloro (Francois Antoine Claudet) permisero esposizioni di soli trenta secondi. La fragilità della lamina argentata fu rafforzata dall'utilizzo di cloruro d'oro per opera di Hippolyte Fizeau, che incrementò anche il contrasto generale.

La moda dei ritratti si sviluppò rapidamente e ne usufruirono tutti i ceti sociali, grazie all'economicità del procedimento. Il dagherrotipo era di solito più apprezzato, perché produceva una sola copia, rendendola quindi più preziosa, e perché di qualità superiore al calotipo, che subiva i difetti dell'utilizzo della carta come supporto per la stampa. I soggetti erano ripresi solitamente in studio, su di uno sfondo bianco, anche se numerosi furono i fotografi itineranti, che si muovevano con le fiere e nei piccoli villaggi. A causa della mortalità ancora elevata, specialmente quella infantile, vennero prodotte anche immagini che ritraevano neonati o bambini deceduti, immortalati su piccole fotografie racchiuse all'interno di ciondoli come ultimo ricordo.

Daggherotipo

La dagherrotipia è un procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini non riproducibili. Messo a punto dal francese Louis Jacques Mandé Daguerre da un'idea di Joseph Niépce e del figlio di questi, Isidore, venne presentato al pubblico nel 1839 dallo scienziato François Arago, presso l'Académie des Sciences e dell'Académie des Beaux Arts.

Il dagherrotipo si ottiene utilizzando una lastra di rame su cui è stato applicato elettroliticamente uno strato d'argento, quest'ultimo viene sensibilizzato alla luce con vapori di iodio. La lastra deve quindi essere esposta entro un'ora e per un periodo variabile tra i 10 e i 15 minuti.

Lo sviluppo avviene mediante vapori di mercurio a circa 60 °C, che rendono biancastre le zone precedentemente esposte alla luce. Il fissaggio conclusivo si ottiene con una soluzione di iposolfito di sodio, che elimina gli ultimi residui di ioduro d'argento.

L'immagine ottenuta, il dagherrotipo, non è riproducibile e deve essere osservata sotto un angolo particolare per riflettere la luce in modo opportuno. Inoltre, a causa del rapido annerimento dell'argento e della fragilità della lastra, il dagherrotipo veniva racchiuso sotto vetro, all'interno di un cofanetto impreziosito da eleganti intarsi in ottone, pelle e velluto, volti anche a sottolineare il valore dell'oggetto e del soggetto raffigurato. L'utilizzo di vapori di mercurio rende la produzione di dagherrotipi un procedimento pericoloso per la salute.

Pittorialismo

Il pittorialismo fu un movimento della fine del XIX secolo nato per elevare il mezzo fotografico al pari della pittura o della scultura. La fotografia venne spesso paragonata con disprezzo a semplice strumento di riproduzione della realtà, a causa del procedimento meccanico e automatico richiesto per la produzione delle immagini. Lo scopo dei pittorialisti fu quello di apportare la manualità e il senso estetico necessario per rendere la fotografia un'opera comparabile a quella delle arti maggiori. Spesso gli stessi pittorialisti provenivano da esperienze di pittura o scultura e convertivano le regole delle arti alla pratica fotografica. Influenzati dal movimento dell'impressionismo, i pittorialisti abbandonarono lo studio in favore degli spazi aperti, per meglio catturare lo spirito e la luce della natura.

Il paesaggio è indubbiamente il soggetto preferito di Le Gray, particolarmente dopo il suo trasferimento nel porto di Sète, nel Mar Mediterraneo. L'immagine The Great Wave del 1857 mostra una atmosfera romantica costruita su un sapiente utilizzo delle luci e delle proporzioni. È frutto di due negativi distinti, esposti rispettivamente per il cielo e per il mare.

Oltre al paesaggio, il genere molto frequentato dai pittorialisti fu il nudo femminile, dove sensuali odalische giacevano in pose che richiamavano al neoclassicismo. Fra questi compaiono Louis-Camille d'Oliver e Eugène Durieu, che ricevette anche gli apprezzamenti del pittore romantico Eugène Delacroix.

Esponenti di spicco della scena britannica furono Henry Peach Robinson e Oscar Gustav Rejlander. Con essi il ritocco fotografico e la stampa combinata raggiunsero la maestria. L'opera più famosa di Robinson, Fading away (1858), fu il risultato di cinque negativi, mentre Two ways of life (1857) fu composta con ben trenta distinti negativi e resa ancor più celebre dall'acquisto della stessa da parte della regina Vittoria.

Strength photography

Si tratta della presa diretta dalla strada e non più un'imitazione della pittura stile ottocentesco.

Alfred Stieglitz e un certo Edward Steichen sono autori che si oppongono alla manipolazione del negativo in camera oscura, lasciando la fotografia pura. Curiosità: nel 2006 una foto di questo Steichen ha che raffigurava Gloria Swanson è stata venduta per 127.000 €!.
Altri fotografi importanti di questa corrente sono Lewis Hine, colui che ha assistito e immortalato la costruzione dell'Empire State Building; Edward Weston, un purista della fotografia e perfezionista della tecnica il suo motto era infatti quello di "aspettare il momento giusto per fotografare": per il Ritratto di Guadalupe, una rivoluzionaria messicana, ha aspettato che fosse in una certa posa per scattare.
Ci ha mostrato la foto di un peperone ed era impressionante! Sembrava una schiena umana! Inoltre lui diceva: "La fotografia è un'arte, non è un'arte...francamente non me ne importa". Era il compagno di un'altra grande fotografa che ha dato il meglio di sè in Messico: Tina Modotti, una delle prime italiane fotografe.

Weston inoltre fondò insieme a Imogen Cunningham (noto fotografo floreale) il Club F64: dove F sta per diaframma e 64 l'apertura, in questo caso molto chiuso per avere una profondità di campo notevole. Questi artisti lavoravano solo con questo tipo di diaframma.

Umanisti

Qui sono soprattuto francesi.

Ci sono Brassaï e Robert Doisneau che con atmosfere da casa di tolleranza si avvicinano a Magritte. Ma mentre Brassaï documenta la vita notturna della città (e conosce anche Salvador Dalì di cui farà un bel ritratto), Doisneau documenta le meraviglie e gli imprevisti della vita quotidiana.
Famoso è infatti li suo Bacio davanti all'hotel De Ville che aimè è una foto in posa anche se aveva fatto credere di aver colto l'attimo (quello stronzo! Ci avevo creduto!).
Altro umanista è Lartick(?) che fotografa principalmente belle donne, macchine e aerei, il tutto nella Belle Epoque. Cartier-Bresson, altro nome importante, il suo motto era "il momento per fare una foto è uno solo".
Tutti questi fotografi sono influenzati dal surrealismo francese.

Nuova oggettività

Passiamo ai fotografi della nuova oggettività e spostiamoci in Germania dove Auguste Sander crea un'enciclopedia fotografica con tutti i tipi di lavoratori perchè, dice, "tutte le categorie di persone si assomigliano" siano perciò fornai, damerini, istitutori, contadini, minatori sono tutti similari.
Alexander Rodchenko invece, russo di nascita, si diverte a creare delle riprese che danno un senso di spiazzamento per chi le guarda.

Alfred Eisenstaedt invece è un pioniere della foto con luce naturale e della composizione semplice. Suo è la celebre foto Il giorno della vittoria.
E passiamo a un'altra delle poche donne fotografe Berenice Habbot specializzata in ritratti e a Lisette Model il cui detto era "tu sei il soggetto e la vita è l'oggetto, ritrai solo ciò che ti mette in imbarazzo".

Fotoreporter e corrispondenti di guerra

Robert Capa è il più famoso, egli infatti ha ritratto la guerra spagnola nel '36 (Miliziano colpito a morte, anche se la foto è in posa) e era presente allo sbarco in Normandia degli americani. Il suo motto era "se la foto non è abbastanza bella è perchè tu non eri abbastanza vicino". Infatti è morto per fare una bella foto.

Altri corrispondenti di guerra erano David Semmon (?) e Lee Miller. Insieme a Robert Capa questi fondarono l'agenzia Magnum, ancora esistente, che si occupa di proteggere il diritto d'autore sulle fotografie e la trasparenza dell'informazione. E' molto importante, perchè prima le foto potevano essere comprare e l'autore non ne era più il proprietario.

Philip Jones Griffiths è diventato invece un'icona della guerra in Vietnam, grazie a lui sono state ritirate le truppe americane dopo aver visto le foto delle condizioni in cui si trovavano gli sconfitti. Anche Elliot Irwin(?) era un corrispondente di guerra che ha cambiato genere fotografando spesso cani o persone con la testa di cane.
Salgado invece si occupava di sfruttamento del lavoro minorile soprattutto in Sud America.
Scianna era fotografo modista ma anche di denuncia della Sicilia dell'epoca.
Mark Ribù(?) fa un celebre ritratto di una contestatrice che cerca di mettere dei fiori nella canna di fucile di un soldato in una contestazione contro la guerra in Vietnam.
Josef_Koudelka, ceco (non cieco, altrimenti non si spiega come facesse a fotografare), documenta invece la famosa Primavera di Praga con una foto abbastanza ambigua in cui si vede un orologio e sullo sfondo dei carri armati per segnare l'ora dell'invasione.

Moda e mondanità

Passiamo al settore moda.

Molti grandi artisti sono passati dalla pubblicità alla denuncia: Richard Avedon(fotografa i malati di mente nei manicomi), Helmut Newton(documenta la rivoluzione sessuale degli anni 60 ritraendo donne dai tratti mascolini e forti, a differenza del suo collega Bruce Weber che invece, probabilmente per tendenze, ritraeva solo uomini senza la consueta carica di mascolinità), Oliviero Toscani conosciutissimo per le sue pubblicità scandalo della Benetton.

Fotografia sperimentale

Citiamo le shadografie, esperimenti di Cristian Shad, di cui non trovo informazioni in internet, che erano elaborazioni con la luce in camera oscura.
Citiamo Man Ray fotografo surrealista che ritraeva donne-violino.
Florance Hanrì(?) maestra nell'uso degli specchi per l'illusione.
Jonh Heartfild per i fotomontaggi.
David Hockney per gli enormi fotocollage. Un tizio ha creato invece delle foto di Marilyn Manson visto come un santo.

Italiani

Per la verità di italiani ce ne sono pochi: citiamo Luigi Ghini, Mimmo Iodice, Gabriele Basilico e Lucio Fontana insieme al già citato Oliviero Toscani tra i più noti.

La fotografia digitale

Per fotografia digitale si intende il procedimento che consente di ottenere immagini mediante tecnologie elettroniche direttamente in forma digitale e di memorizzarle su un supporto magnetico, ottico o elettronico.

I metodi più comuni per ottenere fotografie digitali consistono nell'effettuare la scansione di un'immagine (stampata oppure sotto forma di negativo o diapositiva) con uno scanner d'immagini oppure di effettuare uno scatto con una fotocamera digitale.

Non sto qui a spiegare perchè sappiamo tutti com'è e c'è una pagina di appunti di fotografia digitale e che tratta dell'HDR

Note: doveva tenersi il 7 aprile 2008 da Sotheby's ma l'asta è stata rinviata. Si tratta di un foglio di carta attribuito a Thomas Wedgwood con impressa una foglia d'albero. Finora si pensava che fosse un "disegno fotogenico" di Talbot ma una piccola W impressa in un angolo ha fatto ricredere lo storico della fotografia Larry Schaaf. Se così fosse occorrerà anticipare la realizzazione della prima fotografia di un ventennio.

Fonte della prima parte:Wikipedia (l'ho presa perchè solo la seconda parte mi pareva incompleta metterla. Non ho copiato pari pari, ho preso solo alcuni riferimenti)

Per vedere tutti gli appunti del professore scaricare questo doc: corsofotografia.pdf|bibliografia.pdf


Qultura

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